mercoledì 20 febbraio 2013

L'importanza dell'acqua ...... virtuale


L’acqua dolce rappresenta una risorsa scarsa e distribuita in modo disomogeneo sul nostro pianeta: basti pensare che più di 1 miliardo di persone non ha accesso a quella potabile!



Spesso, ove disponibile,viene utilizzata senza scrupolo o in maniera scriteriata, come se non si fosse coscienti della sua preziosità e importanza vitale.

Indifferenza e abitudini sbagliate dei singoli individui rappresentano fattori critici.

A tutto ciò si aggiungono gli attuali modelli di consumo, incluso quello alimentare, che hanno un impatto fortemente negativo sulle risorse idriche rischiando di comprometterne gravemente la disponibilità futura

A questo proposito, ogni volta che ci apprestiamo a "consumare" qualcosa, dobbiamo fare un'attenta riflessione sull'acqua virtuale.

Si tratta di un concetto introdotto nel 1993 dal Prof. John Anthony Allan (che, per questo, ha vinto nel 2008 lo Stockholm Water Prize) che definisce quanta acqua viene utilizzata nei vari processi produttivi. 

Altrettanto importante è il Water FootPrint, metodo che permette di calcolare il contenuto di acqua virtuale dei singoli alimenti o beni, messo a punto dal Prof. Harjen Y. Hoekstra.


Grazie a questo strumento così innovativo anche noi possiamo fare la nostra parte, calcolando la quantità di acqua che non vediamo ma che comunque consumiamo scegliendo determinati prodotti.

Ridurre la propria impronta idrica è possibile e non è così difficile. 





Dai gesti quotidiani più semplici, come ad esempio ricordandosi di chiudere bene i rubinetti, lavandoci i denti senza far scorrere tutta quell'acqua (ci si può spazzolare i denti a rubinetto chiuso e usare un solo bicchiere d'acqua per sciacquarsi), non usando il wc per buttare piccole quantità di immondizia ma gettarle negli appositi sacchetti, facendo partire lavastoviglie e lavatrice quando sono al giusto carico, usando bacinelle per lavare la frutta, preferendo la doccia al bagno classico e così via.

Ma anche e soprattutto attraverso uno stile di vita consapevole che predilige tutti quei prodotti, inclusi gli alimenti, la cui produzione implica un minor impiego di acqua.

Ad esempio, sapevate che per produrre una bistecca di manzo da 300 gr. o un hamburger di carne da 150 gr. occorrono rispettivamente 4.650 e 2.400 litri d'acqua



Pensate che per 150 gr di fagioli, che fornisce circa circa 34 grammi di proteine contro 30 gr della stessa quantità di carne, si consumano 225 litri di H2O. 


Senza contare che i fagioli, a differenza della carne, sono privi di grassi pericolosi e costano meno! 






  

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